A merenda con Mary Poppins, ecco cosa c’è da imparare
16.09.2015

Meglio non esagerare con le quantità, meglio se con un pizzico di fantasia e la giusta dose di zucchero. Gli spunti per la merenda di oggi arrivano direttamente (o meglio idealmente) dalla tata più amata di tutti i tempi, Mary Poppins. Proprio mentre si rincorrono i rumor sul sequel Disney, a 51 anni esatti dalla prima uscita sul grande schermo della storia magica della tata volante, abbiamo ancora qualcosa da imparare…anche a merenda! Dalla merenda sul soffitto con lo zio Albert ecco qualche consiglio prezioso per lo spuntino di tutti i giorni

Con un poco di zucchero – Un vero e proprio mantra per la tata Mary Poppins, un po’ di dolce e tutto diventa più piacevole. E a proposito di merenda e dei suoi alimenti tradizionali a base di uova, zucchero e farina, anche l’antropologo Sergio Grasso ricorda: A prescindere dall’attrazione che ognuno di noi ha per il dolce o per il salato, sicuramente il dolce è il primo gusto con cui un essere vivente ha a che fare appena nato. Non a caso le papille gustative sono sulla punta della lingua, non a caso la prima gratificazione che il bambino, il neonato, ha è quella del contatto con il capezzolo della madre e con il latte, che è dolce. Quindi il gusto del dolce è connaturato nella nostra percezione di gratificazione.

In generale che sia dolce o salata, è importante che il piccolo spuntino a metà mattina, come all’ora del tè, sia vario e non superi il 10% del fabbisogno complessivo della giornata. Un po’ di zucchero insomma, non tutta la zuccheriera di zio Albert…

In compagnia è più divertente – Un vecchio zio burlone, un poliedrico e affascinante spazzacamino, due fratelli monelli e una tata che vola con l’ombrello gli ingredienti per una merenda insolita, condita da tante risate. Anche se non possiamo contare sul piccolo esercito di personaggi Disney per la merenda di tutti i giorni l’idea di trascorrere il rito della merenda in compagnia non è solo possibile ma anche auspicabile. Che ne dite di approfittare degli ultimi giorni d’estate per stare ancora un po’ all’aria aperta o organizzare un pic nic?

L’importanza dell’esempio – “non sarebbe stato lo stesso senza di te” afferma la piccola Jane a una Mary Poppins reticente che infine si convince a prender parte allo strambo tè in soffitta. Sì, perché la tata alla fine sorride e invita i commensali a rispettare la ritualità della merenda (anche se sospesa nell’aria e piena di capovolte in aria). Cosa impariamo? Che è importante l’esempio e allo stesso tempo accompagnare i più piccoli in un percorso di educazione alimentare. Anche l’esperta la psicologa Anna Maria Ajello, a proposito del ruolo dei genitori e degli adulti nel processo di educazione alimentare dei bambini afferma: In generale l’esempio ha un valore fondamentale. Se il cibo è oggetto di cura da parte dei familiari, intendendo con ciò entrambi i genitori e non solo la madre in questo caso, se la situazione dello stare a tavola si prepara con cura e in modo gradevole, tutto questo comporta per i figli una situazione di gradevolezza complessiva, un rapporto più sereno e di conseguenza più sicura. Se invece al cibo non si dedica nessuna cura e ci si comporta in modo sciatto rispetto allo stare a tavola – talvolta c’è chi va e chi viene – insomma, senza nessun interesse alla convivialità, il rapporto col cibo è quantomeno compromesso anche per lo sviluppo futuro del bambino.

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