Testiamo la merenda: 4 domande (e 4 risposte)
27.05.2015

Il momento della merenda – Se ormai tutti i più autorevoli esperti di nutrizione sono concordi sul ribadire l’importanza di uno stile di vita attivo e un “no categorico” alla demonizzazione di alcuni cibi per garantire il benessere psicofisico soprattutto dei più piccoli, è anche vero che persistono ancora dubbi e falsi miti sugli aspetti nutrizionali legati alla merenda e alle merendine. Con l’aiuto di 6 esperti rispondiamo a 6 domande e ai dubbi più frequenti.  

1) È più vantaggioso per l’organismo fare numerosi pasti al giorno? A questa domanda risponde il Marcello Ticca, nutrizionista clinico che sottolinea quanto fare 5 pasti al giorno influisca sul benessere generale dell’organismo: “Gli studiosi di nutrizione – afferma il prof. Ticca – sono d’accordo nel dire che distribuire l’alimentazione quotidiana in un certo numero di pasti sia una cosa consigliabile per il benessere generale dell’organismo, ma anche per assimilare i nutrienti apportati alla dieta. Oggi si stende a dare al mangiare frazionato quasi la stessa importanza che si dà al tipo e alla quantità di alimenti che si consumano. E ancora “Oggi fare 4/5 pasti è consigliato per combattere il diabete, i disturbi cardiocircolatori, metabolici, respiratori e digestivi. In sintesi possiamo affermare che la medesima dieta, se consumata in 1 o 2 pasti al giorno, risulta più ingrassante e tendenzialmente più rischiosa che non consumandola in un elevato numero di piccoli pasti”.

2) Un’alimentazione equilibrata può comprendere le merendine? La risposta è sì, nell’ambito di una dieta equilibrata e il più possibile varia. Lo sottolinea Andrea Ghiselli esperto di nutrizione e dirigente CRA-NUT che afferma: Possiamo sicuramente introdurre una merendina in una dieta equilibrata purché la nostra dieta sia il più possibile variata. Abbiamo a disposizione tantissimi prodotti sul mercato e possiamo scegliere quello che in un particolare momento ci sembra più idoneo sia per questioni di gusto che di contenuto nutritivo per i nostri ragazzi. La possiamo anche associare a un frutto. Non dobbiamo necessariamente pensare che la merendina sia un’alternativa al frutto, anzi possiamo scegliere per merenda un prodotto con un contenuto calorico ridotto – e ce ne sono tanti – e associarlo a un frutto, ad un succo di frutta, a un bicchiere di latte. Conclude affermando: Quindi purché l’alimentazione sia il più possibile variata ed equilibrata, possiamo introdurre le merendine per la merenda dei nostri figli, scegliendo nell’ampia gamma dei prodotti che abbiamo a disposizione quello più opportuno.

3) Le merendine sono adatte per quantità e valore energetico ad essere inserite anche in una dieta per perdere peso? Risponde Pietro Antonio Migliaccio, nutrizionista e presidente della Società Italiana dell’Alimentazione (S.I.S.A) che pone l’attenzione sull’importanza della gratificazione per chi segue una dieta e afferma a proposito delle merendine: La dieta nell’età evolutiva deve essere varia e gratificante. Ricordiamoci sempre: prima colazione, pranzo e cena. Poi abbiamo due vuoti che vanno riempiti in qualche modo, sia per facilitare l’apprendimento, sia per permettere nel pomeriggio l’attività sportiva. Ci sono le merendine che io come nutrizionista posso assicurare sono equilibrate e dalla sicurezza garantita. E avverte: abituiamoci a guardare le calorie in modo da non superare una certa quantità, normalmente stanno tra le 120 e le 160 calorie, dobbiamo regolarci in base all’attività. Il problema non è “la merendina” ma “le” merendine, è nell’eccedere che si assumono troppe calorie e succederebbe la stessa cosa se si parlasse di patate, legumi, pasta, carne o di qualsiasi altro alimento. Ciò non toglie che chi vuole, o per variare, può dare pane e marmellata o pane e miele: non fa nessuna differenza, anzi più variamo e meglio è, ma non criminalizziamo nessun alimento.

4) Si sente sempre parlare male dei grassi. Ma hanno anche una funzione utile per l’organismo e quale? Abbiamo fatto questa domanda a Claudio Galli, farmacologo nutrizionista che pone l’accento sul fatto che i grassi alimentari sono componenti base di ogni alimento naturale e svolgono funzioni essenziali per l’organismo che afferma: I grassi presenti negli alimenti hanno un ruolo fondamentale in senso positivo per quanto riguarda l’impatto sui sistemi biologici e sulla salute. Un primo aspetto da considerare è che forniscono una grande quantità di energia e questo è molto importante in alcune fasi della vita: il neonato, per esempio, ha bisogno di un forte apporto calorico per il fatto che deve crescere molto rapidamente. Un secondo aspetto è che i grassi contribuiscono a dare appetibilità agli alimenti, facilitando e favorendo in questo modo l’assunzione del cibo. I grassi, infine, veicolano sostanze che sono essenziali per l’organismo, come le vitamine lipofile, gli acidi grassi essenziali, omega 6 e omega 3, e anche altri acidi grassi presenti nei grassi, saturi e non saturi, che contribuiscono alla funzione delle cellule in cui vengono incorporati.

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