Merendine: come sono cambiate in 10 anni
23.05.2018

La rivoluzione “silenziosa” delle merendine… potremmo chiamarla così. Negli ultimi 10 anni nelle merendine è stato ridotto del -30% il contenuto di zuccheri, del -20% quello dei grassi saturi e del -21% il contenuto calorico. E ancora, etichette più chiare, piccole porzioni equilibrate e scelte di marketing responsabili. Questa la risposta sul campo delle aziende dolciarie ad un consumatore sempre più consapevole nel pretendere prodotti più equilibrati senza rinunciare a gusto e piacevolezza. Un impegno volontario per la riformulazione dei prodotti che è andato anche oltre gli obiettivi del protocollo d’intesa firmato tra AIDEPI il Ministero della Salute nel 2008. A dimostrazione di un settore virtuoso che fa dell’innovazione di prodotto – dove investe il 2% del suo fatturato – un suo must.

-20% di grassi saturi negli ultimi 10 anni – Nel 2008 la quantità di grassi saturi presenti nelle merendine era di circa 11 g ogni 100 di prodotto: oggi è scesa a 8,8 g (-20%) scendendo al di sotto dell’obiettivo prefissato di 10 g, stabilito con il Ministero. Inoltre se si considerano solo le merendine base pan di spagna e pasta sfoglia (escludendo quelle pasta frolla) il contenuto dei grassi saturi è sceso addirittura a 6,4 grammi dimezzandosi rispetto a dieci anni fa. Oggi in media, in una merendina (da 35 g) sono presenti appena 3 g di grassi saturi: basti pensare che un panino con il formaggio o una fetta di crostata alla marmellata, caposaldi della merenda fatta in casa, ne hanno più del doppio (circa 6 g). Vale la pena inoltre ricordare che in quest’arco di tempo nelle merendine (delle aziende più importanti del mercato) sono stati completamente eliminati gli acidi grassi trans.

-30% di zuccheri – L’industria dolciaria nell’ultimo decennio si è impegnata per diminuire il contenuto di zucchero nei prodotti da forno, senza sacrificarne il gusto, con risultati davvero importanti visto che lo zucchero è stato ridotto del -30% passando dai 35g per ogni 100 g di prodotto del 2008 ai 25g del 2017 (l’obiettivo fissato con il Ministero della Salute era di 28 g). Oggi, quindi, una merendina dal peso di 35 g contiene circa 3,5g di zucchero in meno rispetto a dieci anni fa. Inoltre le aziende hanno immesso sul mercato, con successo, diverse tipologie di merendine meno dolci, come prodotti senza zuccheri aggiunti o a ridotto contenuto di zuccheri. Nel 2017 la quota di mercato delle merendine appartenenti alla cosiddetta area benessere (con meno grassi e zuccheri rispetto alla media) è arrivato al 18% del totale, a valore, con una crescita pari al +9%.

Merendine più leggere – In questi anni i settori ricerca e sviluppo delle aziende aderenti AIDEPI hanno lavorato duramente per “alleggerire” le merendine, anche al fine di posizionare i prodotti da forno con le attuali esigenze nutrizionali di adulti e bambini. E ci sono riusciti: oggi le merendine hanno un contenuto calorico medio per porzione di 157 kcal contro le 200 kcal di dieci anni fa (-21%). Ma ci sono anche merendine che hanno appena 115 calorie… Del resto, lo dice la parola stessa, la merendina è una piccola merenda ed è proprio sulla porzionatura che i prodotti da forno confezionati hanno il maggiore vantaggio rispetto alla merenda fatta in casa. Una merendina apporta molte meno calorie di una porzione di pizza margherita da 100g (213kcal) o di un panino di 40g con 30g prosciutto crudo (210kcal).

 “La riduzione della quantità di zuccheri, grassi saturi e del valore energetico per porzione rende le merendine, ancor di più rispetto al passato, una delle alternative nutrizionali alla merenda degli italiani – commenta la dott.ssa Valeria Del Balzo, biologa nutrizionista – Le merendine sono caratterizzate da un modesto contenuto di calorie, vanno dalle 110 delle più semplici fino alle 180 delle più ricche, e coprono in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi, che corrisponde proprio alla quota adatta per  ciascuno  dei due spuntini giornalieri in uno schema alimentare giornaliero fatto di 5 pasti. Una merendina quindi permette di rifornire l’organismo della piccola quantità di energia che gli serve per arrivare ai pasti principali con un senso di sazietà adeguato e mantenere la concentrazione in determinati momenti della giornata”.

Etichette trasparenti e volontarie – Anche sul fronte della trasparenza, il settore dolciario si è dimostrato all’avanguardia. Infatti le principali aziende del settore dolciario hanno inserito in etichetta anche i valori per porzione e la %RI (Reference Intake) per alimento riferita all’energia. Un’ulteriore dimostrazione di attenzione alla trasparenza per il consumatore per chi aveva già anticipato, volontariamente, le disposizioni che sono diventate obbligatorie dal 2016 per l’etichettatura nutrizionale.