Merendine a confronto: vince il modello italiano
13.02.2019

Non tutte sono uguali: Italia, USA e UK a confronto. Ecco i numeri delle merendine più buone

Italiano è meglio. La nostra grande tradizione dei dolci fatti in casa, quelli delle nostre nonne, ci regala un vantaggio competitivo rispetto agli altri mercati: le merendine italiane infatti hanno veramente poco a che fare con le lontane parenti di Regno Unito e Stati Uniti.

Ce lo dice il primo studio comparativo commissionato da Unione Italiana Food (già AIDEPI) alla Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare (FOODEDU) che ha analizzato lo scenario della merenda confezionata nel mercato italiano, in quello inglese e in quello americano.

Lo studio – Confrontando le caratteristiche nutrizionali di 10 prodotti da forno monodose tra i più importanti del mercato, scopriamo che la merendina italiana è una piccola merenda dal peso medio di 34 grammi. Numero ben distanti dagli altri due paesi monitorati: la merendina Uk pesa infatti quasi due volte tanto (66 grammi), quella Usa più del doppio (81 grammi).

Il dettaglio – Il dato è ancora più chiaro andando a leggere l’etichetta: la merendina italiana ha in media una porzione di poco superiore ai 34 grammi e contiene 5,7 grammi di grassi, dei quali solo 2,1 grassi saturi, 9 grammi di zuccheri, per un contenuto calorico a porzione pari a 136 kcal. Al confronto una merendina inglese – anche in virtù di un peso maggiorato della porzione del +94% – comporta l’assunzione di quasi 12 grammi di grassi (il doppio rispetto all’Italia), dei quali 5,2 grassi saturi, ma soprattutto 19 grammi di zuccheri (anche qui il doppio rispetto a noi) e ben 251 kcal. In Usa se la passano ancora peggio: la super porzione di 81 grammi, comporta 16 grammi di grassi, dei quali quasi 6,6 grassi saturi (3 volte le merendine italiane), circa 26 grammi di zuccheri e 344 kcal (2 volte e mezzo).

Obiettivi raggiunti – Il risultato italiano è figlio anche delle politiche degli ultimi anni. L’industria dolciaria tricolore infatti, grazie a un impegno ‘volontario’ condiviso con il Ministero della Salute, ha ridotto nelle merendine il contenuto di zuccheri (-30%), grassi saturi (-20%) e contenuto calorico (-21%), eliminando completamente gli acidi grassi trans e superando addirittura gli obiettivi prefissati con il Ministero. Un risultato reso possibile anche grazie all’innovazione di prodotto in cui l’industria delle merendine investe circa il 2% del suo fatturato (20 milioni di euro) e che nell’ultimo anno ha visto crescere i prodotti delle linee benessere (senza grassi e zuccheri) di circa il 9%. “Lo studio conferma l’unicità di un prodotto come la merendina italiana che non ha eguali al mondo per equilibrio nutrizionale, caratteristiche e porzione” afferma Mario Piccialuti, di Unione Italiana Food.