Merendine e fake news: il lievito fa male?
08.12.2021

Sono innumerevoli le opinioni e le mode che si trovano online associate al mondo della nutrizione, spesso confuse per autorevoli, ma senza alcuna base scientifica. Tra le fake news alimentari più diffuse troviamo quelle sul conto del lievito e merendine.

Cosa sono i lieviti? Si tratta di sono funghi di struttura molto semplice; comunemente conosciuti col nome di lieviti o fermenti, gli stessi hanno una peculiare caratteristica, quella di provocare la fermentazione alcoolica delle sostanze idrocarbonate e particolarmente degli zuccheri, con sviluppo di anidride carbonica. Esiste davvero l’intolleranza al lievito? “Non è corretto parlare di “intolleranza” al lievito che viene utilizzato nella panificazione – precisa la dott. Valeria Del Balzo, nutrizionista e responsabile della cattedra di scienza dell’alimentazione dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma – se dopo aver mangiato pane e farinacei si avvertono gonfiore addominale e meteorismo vi è una forte probabilità che questi alimenti abbiano subito una lievitazione troppo rapida, con aggiunta di alfa-amilasi e di miglioratori, la cui fermentazione nell’intestino può dar adito alla formazione di gas e ad una digestione lenta”.

L’intolleranza al lievito come reazione avversa agli alimenti non esiste Quando si parla di intolleranza al lievito si sbaglia in quanto, non esiste un’intolleranza al lievito che viene utilizzato nella panificazione o nei prodotti da forno come le merendine. Sebbene anche nel caso del lievito si possa osservare la comparsa di alcuni disturbi quali stanchezza, gonfiore addominale o digestione lenta, meteorismo o diarrea o l’alternanza di queste sintomatologie, il problema è di natura transitoria e di norma rimane circoscritto all’assunzione di cibi con il lievito o con lievitazione inadeguata. In caso contrario, se i disturbi perdurano nel tempo possono essere considerati dei campanelli di allarme di un’eventuale malattia intestinale cronica.

Il parere del nutrizionista Escluse con certezza, attraverso test specifici, le allergie alimentari al grano, all’alfa–amilasi e ad altri componenti insieme ai quali il lievito viene ingerito, sarà consigliabile una visita specialistica da un gastroenterologo per determinare la vera natura dei sintomi avvertiti e la possibile presenza di malattie croniche intestinali. La dottoressa Del Balzo specifica che, qualora il disturbo correlato all’assunzione di cibi lievitati sia invece una condizione cui non sottendono malattie, come ad esempio nel colon irritabile, si può consigliare di assumere cibi a lievitazione naturale, nei quali il processo avviene grazie a microrganismi viventi – i saccaromiceti – che favoriscono una lievitazione più lunga, garantendo maggiore digeribilità al prodotto. Sconsigliata è invece la drastica eliminazione del lievito che abituerebbe l’organismo a una dieta scorretta e squilibrata.