Merenda dolce o salata?
01.06.2021

Per lo spuntino meglio una merenda dolce o salata? Dipende ovviamente dal gusto individuale ma il segreto di una corretta alimentazione sta nella varietà degli alimenti che si scelgono, nel giusto apporto energetico, nello stile di vita.

Parola d’ordine: varietà – Se variare la merenda, infatti, è importante, bisogna anche saper valutare l’apporto energetico dei diversi alimenti che scegliamo, facendo attenzione alle calorie dei diversi cibi ma anche alla valutazione delle giuste porzioni. All’interno della dieta giornaliera, la merenda resta un piccolo spuntino che non deve superare il 10% del fabbisogno energetico né deve essere troppo saziante per non compromettere scelte alimentari equilibrate a pranzo e a cena. Anche le merendine possono entrare a pieno titolo nelle alternative da proporre a bambini e ragazzi. Il loro valore energetico medio oscilla tra 130 e 170 kcal per porzione, a seconda della tipologia scelta. Le differenze dipendono dalla porzione, più o meno grande, e dalla ricetta, più o meno ricca, a seconda che si tratti di una merendina semplice oppure farcita o ricoperta di cioccolato. La scelta di una merendina piuttosto che dell’altra dovrebbe dipendere dalle esigenze energetiche di chi la consuma. Un grande vantaggio della merendina confezionata è che, rispetto a un panino imbottito o un trancio di pizza, la dimensione e la farcitura sono sempre invariate e questo ci permette di conoscerne esattamente il contenuto calorico. Da non tralasciare anche il vantaggio della sicurezza igienica, spesso dato per scontato, soprattutto se consideriamo i prodotti artigianali che vengono venduti sfusi.

Dolce o salato, ma mai sottovalutare la gratificazione – Sergio Grasso, antropologo alimentare, a proposito degli aspetti più emotivi e della gratificazione a merenda commenta: “A prescindere dall’attrazione che ognuno di noi ha per il dolce o per il salato, sicuramente il dolce è il primo gusto con cui un essere vivente ha a che fare appena nato. Non a caso le papille gustative sono sulla punta della lingua, non a caso la prima gratificazione che il bambino, il neonato, ha è quella del contatto con il capezzolo della madre e con il latte, che è dolce. Quindi il gusto del dolce è connaturato nella nostra percezione di gratificazione. Il piacere che procura il dolce è sicuramente il più appagante”. In questo meccanismo che si inserisce la componente della gratificazione, “lo zuccherino”: rappresenta l’oggetto meritato. “Credo sia veramente il senso più compiuto della parola merenda: meritanda” conclude l’antropologo.